PIO XII forse complice di HITLER?

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Che Pio XII sapesse molte cose di quel che succedeva nei lager hitleriani è certo. Informazioni dettagliate gli giunsero dal suo incaricato di affari in Slovacchia Giuseppe Burzio (ottobre 1941, marzo 1942), dal cappellano militare don Pirro Scavezzi (più volte nel 1942).

E, sempre nel 1942, dal Congresso mondiale ebraico e dall'Arcivescovado di Friburgo; dal Metropolita di Leopoli e dal diplomatico statunitense Harold Tittman; dall'ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede, da suor Margit Slachta e dal Vescovo di Riga. Pio XII è accusato inoltre di non aver protestato pubblicamente per la retata di ebrei al ghetto di Roma il 16 ottobre del 1943. Ma molti altri capi di Stato e di governo occidentali sapevano e non fecero tutto quel che era nelle loro possibilità per porre fine a quello scempio. Forse perché non sapevano «tutto».

O perché non avrebbero potuto fare di più. Ragionamento che, però, deve valere anche per quel pontefice. Nel saggio «La questione ebraica oggi» (Il Mulino), Giorgio Israel scrive che «lascia sorpresi l'accanimento con cui le polemiche attuali circa le colpe della Chiesa cattolica nei confronti degli ebrei e circa l'antisemitismo appaiono tutte concentrate sui silenzi del Papa Pio XII di fronte allo sterminio compiuto dal regime hitleriano». Israel ha perfettamente ragione. Questo accanimento appare ancor più sospetto se si considera che molti israeliti hanno «testimoniato» a favore di Pio XII. Nel libro «I nazisti e la Chiesa» (Edizioni Net) Guenter Lewy racconta come i nazisti interpretarono l'assoluto silenzio del clero dopo l'attentato a Hitler del 20 luglio 1944 alla stregua di un tacito consenso all'azione dei congiurati.

Riferisce poi che il cardinale di Berlino, Preysing, probabilmente era a conoscenza e diede il suo assenso all'uccisione del tiranno. L'israelita Pinchas Lapide, che fu console israeliano a Milano, ha scritto: «La Chiesa cattolica sotto il pontificato di Pio XII fu lo strumento di salvezza di almeno 700.00 persone, ma forse anche di 860.000 ebrei che dovevano morire per mano nazista».

Il gran rabbino di Danimarca, Marcus Melchior, a proposito della pièce teatrale di Rolf Hochhuth da cui è tratto il film di Costantin Costa-Gavras, ha detto: «Se il Papa avesse aperto bocca, probabilmente Hitler avrebbe trucidato molto più di sei milioni di ebrei». Il rabbino Marc Saperstein ha scritto sul Washington Post: «La responsabilità dell'Olocausto è dei nazisti e non certo di Pio XII, né della Chiesa, né tanto meno degli insegnamenti cristiani». Pio XII è stato anche difeso mesi fa da Sam Shulman sulla Jewish World Review. E, prima di lui, lo aveva fatto il rabbino David G. Dalin.

Tutto ciò non è certo sufficiente per assolvere Pio XII. Ma dipingerlo come se fosse stato il «Papa di Hitler» è, allo stato delle nostre conoscenze, una colossale mistificazione.